L'Ultimatum dell'America al Giappone

Il 16 luglio del 1945, veniva fatta esplodere la prima bomba atomica. Il nome in codice dell'operazione era Trinity Test. Il nuovo Presidente degli Stati Uniti Harry S. Truman venne a sapere del successo dell'esplosione mentre si trovava a Potsdam, per la Conferenza dei tre Grandi. Truman ed i suoi assistenti erano riusciti a ritardare l'inizio della Conferenza sperando nel successo dell'esplosione della prima atomica, che avrebbe notevolmente rafforzato la posizione degli Stati Uniti nei confronti di Stalin.

Il 26 luglio, mentre si trovava ancora a Potsdam, il Presidente Truman lanciò un ultimatum al Giappone nel quale si chiedeva la resa incondizionata. A nessuno degli alleati fu chiesto di firmare l'ultimatum che il Giappone prontamente respinse.
Il 5 di agosto gli aerei americani lanciarono dei volantini su Hiroshima avvertendo: "La vostra città sarà totalmente distrutta se il vostro governo non si arrenderà."
Il 6 agosto la prima bomba atomica costruita dall'uomo venne provata su altri uomini dalla pelle di diverso colore. Era stata chiamata Little Boy (Ragazzino), in onore del Presidente Roosevelt.

Il 9 agosto, il giorno dopo l'entrata in guerra dell'Unione Sovietica contro il Giappone, la seconda bomba atomica Fat Man (il Grassone), in onore di Winston Churchill, fu fatta esplodere sulla popolazione di Nagasaki. Il 15 agosto il governo giapponese si arrese incondizionatamente.
I costi della Seconda Guerra Mondiale in vite umane sono stati terrificanti: più di 54.800.000 morti, ma le cifre reali sono, ancora oggi, sconosciute.

Ma Hitler aveva la bomba atomica oppure era solo strategia?

Nel mondo nazista ci furono tentativi (ad esempio, Heisenberg) di continuare la ricerca atomica in termini pacifisti; questi fisici furono però perseguitati come nemici della patria e costretti a sottostare ai nuovi programmi di ricerca. Chi si rifiutava veniva spesso internato in un campo di concentramento. Nell'ottobre 1927 Heisenberg, allora solo venticinquenne, accettò l' incarico come professore di fisica teorica all' Università di Leipzig, Germania. Come fondatore della meccanica quantistica e capo del programma in fisica teorica, Heisenberg attrasse a Leipzig al primo corso numerosi studenti e visitatori dalla Germania e da tutto il mondo. La sua ricerca, assieme a quella dei suoi studenti e assistenti, si concentrava in primo luogo sulle applicazioni e sulle estensioni della meccanica quantistica. Essi produssero ulteriori nuove teorie quantiche, incluse le teorie dei cristalli, delle molecole, della dispersione di radiazioni dal nucleo, e della struttura del nucleo.

Heisenberg collaborò con Wolfgang Pauli e con Niels Bohr. Nel dicembre di quell'anno ad Hitler salì al potere nel gennaio del 1933. Heisenberg venne assegnato il Premio Nobel per la Fisica (per l'anno 1932).

Ma, nella Germania di Hitler, i fisici nazisti cominciarono ad attaccare la fisica teorica moderna, inclusa la teoria della relatività e la meccanica quantistica, chiamandola "fisica Ebrea". Heisenberg e altri illustri della professione fisica tentarono di opporsi a tali sviluppi, ma senza molto successo.

Con lo scoppio della guerra in Europa nel 1939, gli scienziati tedeschi videro nella recente scoperta della fissione nucleare un' opportunità per la protezione e la dimostrazione del valore della fisica teorica.

Le attività di Heisenberg nel periodo della guerra sono ancora il soggetto di molte animate controversie e dibattiti. Parte delle controversie si incentra sul perché Heisenberg venne coinvolto in questo progetto potenzialmente pericoloso. Un'altra parte, riguarda i possibili perché sui così scarsi risultati delle ricerche. Dopo tutto, la fissione nucleare era una scoperta tedesca; allo scoppio della guerra la Germania contava un solo sforzo di ricerca militare nel paese; e le conquiste delle armi tedesche avevano prodotto i più ricchi rifornimenti di uranio del mondo, di acqua pesante, e di altri materiali ed equipaggiamenti. Tuttavia alla fine della guerra la Germania non era ancora vicina all'ottenimento di una bomba e non aveva neppure ottenuto una reazione a catena. Le conclusioni riguardo queste complicate implicazioni mutano largamente nella letteratura. Secondo alcuni studiosi Heisenberg partecipò al progetto per sabotarlo; cioè sarebbe stata la causa degli scarsi risultati ottenuti dalla Germania. Secondo altri Heisenberg era mal adatto per questi progetti pratici. Egli commise una serie di errori, nel suo iniziale lavoro sulla fissione, che non volle mai riconoscere. Infine, c’è la considerazione che Heisenberg vide questo progetto solo come un mezzo per giungere a dimostrare alle autorità il merito suo e della fisica teorica.

Heisenberg rimase in Germania dal principio alla fine del Terzo Reich. Alla fine della guerra un'unità di ricerca scientifica alleata catturò Heisenberg e altri scienziati nucleari tedeschi, insieme alla maggior parte dei loro articoli e strumenti. Dopo il suo rilascio dalla prigionia britannica nel gennaio 1946, Heisenberg e molti dei suoi più vicini colleghi, lavorarono con le autorità occidentali e con leader politici tedeschi per la formazione di una politica per la scienza e la tecnologia. Fino al 1970, Heisenberg continuò ad occuparsi delle ricerche nucleari e della teoria quantistica delle particelle elementari. Nel 1976 morì di cancro nella sua dimora a Monaco.

L'operazione Osterei e operazione Tarzan

Nell'area della costituenda Alpenfestung, la Gestapo aveva fatto trasferire da tempo i laboratori dell'Università di Vienna, minacciata dall'avanzata dei sovietici, giunti ormai al confine ungherese.
La zona prescelta andava dallo Zellsee a Thumersbach e dintorni nell'Alta Carinzia. Febbrilmente, nel '45, si riprese lo sviluppo del Luftkreisel come vettori radiocomandati per una terribile forma di offensiva nucleare basata sull'impiego di veleni radioattivi. La forma rotonda degli ordigni venne accentuata fino ad apparire quasi sferica in modo da sposare la forma globulare dell'Uran-Brenner di Diebner, il piccolo reattore uranico, attivato da un innesco radiumizzato, immerso nella paraffina. Lo stesso reattore avrebbe dovuto sviluppare l'energia necessaria per la propulsione e poi - prima di schiantarsi sul bersaglio - gassificare, radioattivandoli, degli appositi sali metalloidici spargendoli nell'atmosfera attraverso il poderoso soffio dell'apparato propulsivo e contaminare infine il territorio nemico per un vasto raggio anche attorno al punto della caduta finale, al pari di una bomba chimica.
Gli studi condotti dai professori Max Knoll del politecnico di Berlino e Bertha Karlik dell'Università viennese presso uno dei laboratori di chimica-fisica del K.W.I., decentrato a Sigmaringen, per isolare l'elemento instabile 85 (l'Asalto) e i suoi 17 isotopi - ricerche interrotte dal sabotaggio degli agenti segreti britannici - garantivano già la possibilità di produrre delle grandi quantità di polveri o gas estremamente dannosi o addirittura mortali per un periodo massimo di qualche giorno dopodiché avrebbero perso se non proprio rapidamente perlomeno gradualmente il loro potere radioattivo consentendo l'occupazione del territorio bombardato.
Ai primi del '45 le autorità tecniche SS, convintesi della possibile messa a punto di tali ordigni, iniziarono a pianificare la così detta Operazione Osterei (uovo di Pasqua). Simili nella forma ai tradizionali doni pasquali, le bombe radioattive sarebbero cominciate a cadere sulla capitale britannica a partire proprio dal giorno di Pasqua del 1945.
Da diversi mesi, però, l'Intelligence Service seguiva con una certa apprensione l'andamento della ricerca atomica in Germania.
Agli agenti britannici non era sfuggito l'approvvigionamento di materiali radioattivi fatto dalle SS presso la sezione belga della ditta AUER ma avevano poi perso le tracce dei materiali diretti in una non meglio precisata località nel sud del Reich. Tuttavia un caso fortuito venne loro in aiuto permettendo di riannodare il filo delle indagini.
Ai primi del mese di settembre del '44 Hitler in persona aveva insignito del << distintivo d'oro di onore Fritz Todt >> nove scienziati i cui nomi nell'interesse della produzione bellica tedesca erano stati tenuti nascosti. L'intercettazione telefonica dei colloqui di alcuni gerarchi nazisti della Propaganda che avevano presenziato alla cerimonia offrì delle preziose indicazioni sul genere delle ricerche e sulla ubicazione dei laboratori segreti diretti dagli scienziati decorati. Prese così forma la complessa e rischiosa contro-operazione Tarzan destinata a sconvolgere tutti i piani nazisti per l'allestimento delle << armi segrete dell'ultimo minuto >>.
Simultaneamente gruppi di false SS, poi identificate come agenti inglesi, penetrarono di notte nei laboratori decentrati o sotterranei del Tirolo, del Salisburgo, della Carinzia e della Foresta Nera, dinamitando le apparecchiature e i macchinari, sottraendo i documenti più importanti e brucuando gli archivi. Otto scienziati - i professori Haver, Hummel, Wisch, Starke, Von Zschocke, Bücher, Ergang e Von Mulcke - vennero assassinati da commando britannici.